domenica 21 ottobre 2012

MOVIMENTO POPOLARE DEL LAVORO E DELLA COOPERAZIONE


                                                 

www.movimentodellavoroedellacooperazione.org






  http://youtu.be/5SF2fRpB7oc        
Roberto Saviano - La Costituzione Italiana


Giustizia sociale, fiducia, democrazia - Stefano ZAMAGNI 


                                             “  STATUTO  “
DEL  MOVIMENTO  POPOLARE  DEL  LAVORO  E  DELLA  COOPERAZIONE :

ART. 1 )  ESSO NON E’ UN PARTITO POLITICO , NE’  UN’ASSOCIAZIONE , MA E’ UN LIBERO MOVIMENTO POPOLARE DI OPINIONI  E  PROPOSTE  IN MATERIA ECONOMICA E SOCIALE, CHE NEL  PIENO  RISPETTO  DEI PRINCIPI  E  NORME  COSTITUZIONALI,  HA  COME  ANIMA CONDUTTRICE  E  FINALITA’  LE  PROPOSTE  CONTENUTE   NEL    “ PROGETTO “  CHE FA PARTE INTEGRANTE DI ESSO;

ART.2 ) IL  SIMBOLO DEL MOVIMENTO E’ RAFFIGURATO DA
“  SOLE  RAGGIANTE  SU  ORIZZONTE  MARINO “

ART.3 )  CHIUNQUE  PUO’  ISCRIVERSI  PER  VIA TELEMATICA  AL  MOVIMENTO,  IN  MODO  ASSOLUTAMENTE  GRATUITO,  E  IN  QUALSIASI  MOMENTO  PUO’  REVOCARE , COMUNICANDOLA, LA  PROPRIA  ISCRIZIONE  SENZA  CONDIZIONE  ALCUNA;

ART.4 ) CHIUNQUE   DEGLI  ISCRITTI  AL  MOVIMENTO  PUO’ ESPRIMERE LIBERAMENTE   IL PROPRIO  VOTO , SIA  SU  EVENTUALI  PROPOSTE  DI  MODIFICA  ALL’INTERNO  DEL  PROGETTO, SIA  SULLA  ELEZIONE  DEI  COORDINATORI  ,  VUOI  A LIVELLO  LOCALE  VUOI  A  LIVELLO CENTRALE, MA IL  VOTO   VA  ESPRESSO  ESCLUSIVAMENTE   IN VIA TELEMATICA ATTRAVERSO IL  PREPOSTO  SITO   ED  OGNI DELIBERAZIONE IN  MERITO   SARA’  VALIDA  SOLTANTO  SE  AVRA’  RAGGIUNTO  UN RISULTATO  FAVOREVOLE  DI  ALMENO  DUE  TERZI  DEL  NUMERO  COMPLESSIVO  DEGLI  ISCRITTI  AL  MOVIMENTO  STESSO.               I  RISULTATI  ELETTORALI  VANNO  RESI  PUBBLICI  ATTRAVERSO  IL  SITO  DEL  MOVIMENTO.


La vita e il vero sviluppo sociale di un Paese non può che fondarsi   e soltanto sul   “ LAVORO “ , quello intellettuale e fisico , e mai e poi mai un Paese può crescere politicamente e socialmente se brucia  le sue risorse attraverso le attività speculative finanziarie, attraverso la falsa ricchezza e accumulo di denaro non proveniente da reali attività di lavoro e da una reale produzione di beni e servizi sociali.
In questi momenti di crisi economica globale , l’Italia , pur in una situazione molto difficile a causa dell’elevatissimo debito pubblico, ha ancora  grandi  risorse nelle capacità umane, di  invenzione e di volontà di operare ; ciò è dimostrato dalla attuale esistenza di molteplici piccole e medie imprese , in campo agricolo , artigianale , industriale e nel settore dei servizi, che si fanno ancora valere , all’interno e all’estero, per l’alta qualità dei loro prodotti.
Al momento, però,  la crescita è quasi ferma, la produzione lavorativa è su indici molto bassi , e ciò è determinato non soltanto per la mancanza di reperimento di risorse ed aiuti economici , ma anche per una sorta di gestione della politica e di Governo , preoccupata principalmente e in modo rigido, al reperimento di denaro nel vano tentativo di abbassare in misura determinante il debito pubblico e di contrastare le manovre finanziarie di natura speculativa ; un sistema basato soprattutto attraverso l’imposizione di tasse e di balzelli vari , sin da determinare un progressivo impoverimento della società e una drammatica sfiducia che investe il mondo del lavoro e delle imprese. Un pericoloso disorientamento e frazionamento di risorse che rischiano ogni giorno di più di indebolirsi e che cercano e a volte vi riescono a trovare altre vie di uscita, trasferendosi fuori dal nostro Paese.
Come si può frenare  questa emorragia ?  Si può, realizzando una       “ ECONOMIA DI COMUNIONE”    . Cioè , attraverso la realizzazione di varie forme di aggregazione delle risorse , costituendo sistemi di COOPERAZIONE  fra attività  di lavoro congeniali , capaci di sviluppare una rete di produzione di beni e di servizi nell’ambito delle diverse realtà locali del nostro Paese. Alcune di queste iniziative sono già state create, ma necessitano di  espandersi in tutto il territorio nazionale.
Però , una vera riorganizzazione sociale del lavoro basata sul sistema cooperativistico , DEVE  essere supportata da una idonea politica di Governo , da Istituzioni dello Stato che siano efficienti e capaci di  garantire le condizioni di base , sotto il profilo economico, fiscale e legislativo, al fine di poter consentire al sistema di  realizzarsi  e di crescere.   
Necessita , pertanto  e innanzi tutto, una “  nuova politica” , una vera riforma del sistema elettorale, che restituisca al popolo il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti politici , ma nel contempo  è necessario che urgentemente  i cittadini si riorganizzino sotto l’aspetto politico al fine di poter realizzare e sostenere :   IL  PROGETTO  PER IL BILANCIO DEL BENE COMUNE " attraverso  la  costituzione del presente " MOVIMENTO POPOLARE DEL LAVORO E DELLA COOPERAZIONE"
 Un  Movimento che offra in modo chiaro e semplice, un PROGRAMMA politico concreto, in materia economica e sociale, impostato per la realizzazione di un “ciclo virtuoso “  , composto dei seguenti fattori essenziali :  Lavoro, Sicurezza, Produzione, Risparmio, Investimenti sulla ricerca e su innovazioni strutturali.
In materia di lavoro e produzione l’elemento coagulante deve essere la “ cooperazione”  , sia fra varie congeniali realtà di impresa ,  ( industriale, agricola, artigianale, commerciale ,  di servizi , etc...) , le quali , per trovare uno sbocco dalla crisi economico-finanziaria - organizzativa in cui versano, provino a reperire le risorse necessarie alla ripresa della produttività attraverso forme di associazione  e  di aggregazione, sotto l'aspetto finanziario ed organizzativo, con altre imprese collegate ad una specifica rete produttiva ; bensì anche attraverso un sistema nuovo , più moderno e più adeguato alle situazioni contingenti , in ordine ai rapporti contrattuali fra dirigenti di impresa e lavoratori dipendenti ; un sistema, che pur nel pieno rispetto dei principi costituzionali e  fondamentali in materia di diritti-doveri sul lavoro, nonchè nel rispetto delle norme contrattuali di base stabilite per ogni categoria in campo nazionale,  sia caratterizzato anche da un "principio di libera contrattazione " fra le parti nell'ambito dell'impresa, che, sempre nella legalità, possano riguardare particolari accordi su diverse modalità di svolgimento del lavoro, se ciò dovesse  rivelarsi necessario per superare le difficoltà del momento o per realizzare obbiettivi volti alla migliore produzione di beni e servizi ; accordi  da stabilire attraverso un formale impegno fra le parti sia in ordine al mantenimento occupazionale sia in ordine  ai benefici economici che ne deriverebbero, a vantaggio e per il rafforzamento non solo dell’impresa stessa , ma naturalmente anche per le migliori condizioni salariali degli operatori.  
In materia di risparmio , deve essere tenuto  fermo il principio che le risorse economiche risparmiate siano gestite da appositi "Istituti finanziari" , che però siano aperti al credito nei confronti di imprese volte a realizzare  investimenti produttivi e  innovazioni strutturali, escludendo che presso tali istituti possano essere utilizzati detti depositi al risparmio per qualsiasi diversa attività finalizzata  ad  investimenti finanziari di natura speculativa.  
Per tali  motivi  è  necessario che il  “Movimento del Lavoro e della Cooperazione”  deve  fondarsi  sul seguente
                       
                   
                               P R O G R A M M A      


1) Il Movimento deve contenere il Programma , detto per il  "bilancio del bene comune ", approvato dagli aderenti al Movimento stesso ;

2)  L’organizzazione  strutturale del Movimento non deve essere di tipo verticistico-piramidale;  nel senso che alla guida politico-organizzativa e gestionale  deve presiedere un “organo collegiale”, costituito da  minimo tre , max  cinque  persone , i “coordinatori “, eletti dalla base degli iscritti, con mandato a scadenza annuale , rinnovabile non oltre tre anni;   

3) Il Movimento  deve  mantenersi  solo attraverso  autofinanziamenti  privati e deve utilizzare  i mezzi e le risorse meno dispendiose e più economicamente vantaggiose ( es.  a mezzo internet ) per i comunicati e per le consultazioni fra aderenti al Movimento ;

4) Trasparenza dei bilanci e messa in rete internet dei relativi conti e spese  di gestione  del Movimento  e formulazione  di  un "codice etico"  riguardante comportamenti ed atti da tenere da parte dei responsabili e rappresentanti politici del Movimento stesso ;

5) Esigenza di provvedimenti di semplificazione  delle procedure burocratico-amministrative  ( es. più esteso possibile ricorso alle autocertificazioni, accorpamento  di funzioni  burocratiche istituzionali  presso centri amministrativi unici zonali, con eliminazione della ripetizione  di medesime competenze burocratiche fra molteplici uffici )  in materia di autorizzazioni  per la costituzione di un’impresa  e  per  le  sue conseguenti  e necessarie attività  di gestione;

6) Esigenza di precise norme, da far valere in campo internazionale, che tutelino la originalità e la qualità dei beni prodotti dalle imprese nazionali ;

7) Costituzione di un “ Fondo  nazionale di  garanzia   per le imprese che utilizzino la forma di cooperazione “ , presso  la  Cassa Depositi e Prestiti, che sia di sostegno , attraverso mutui a tasso agevolato, alle imprese , alla loro costituzione     ( con condizioni più favorevoli per le imprese formate da giovani) e in interventi finanziari di  carattere straordinario, in caso di particolari difficoltà economiche, che non risultino generate da gravi , colpevoli  e irresponsabili comportamenti sulla gestione della impresa; 

8) Esigenza di agevolazioni fiscali nei confronti di imprese che dimostrino di avere impiegato le proprie risorse per il miglioramento  della produzione  e  per il rinnovamento delle strutture e impianti ; attività volte alla utilizzazione e alla ricerca  di  fonti di energia rinnovabili  (“energia pulita", solare, eolica, idrica, etc...) ed  alla  tutela dell'ambiente naturale;

9) Richiesta di provvedimenti legislativi  che  incentivino  e sostengano  normativamente  iniziative  volte  alla  costituzione  di  attività  di lavoro di forma  cooperativistica, sia in campo agricolo, sia artigianale che dei servizi  e  riguardo al turismo , volte al recupero di opere d'arte, che potrebbero rivelarsi anche di pregevole valore culturale, ancora sconosciute, in quanto rimaste abbandonate in luoghi sotterranei o cantine di vecchi edifici pubblici, sparsi lungo il territorio del nostro Paese;


10) Esclusione di qualsiasi forma di investimenti  finanziari di tipo speculativo e borsistico  da parte di Istituti di credito in ordine a  depositi a risparmio appositamente costituiti  da imprese in forma associativa- cooperativa  che aderiscono  al “programma” politico del “ Movimento del lavoro e della cooperazione” ;

11) Rapporti di collaborazione fra  dipendenti  dell’impresa  e  imprenditore, finalizzati  ad ottenere una maggiore e migliore produttività  ed a risultati economici che consentano  un  rafforzamento e rinnovamenti  strutturali dell’impresa, sia sotto il profilo dell'efficienza e sicurezza degli impianti, sia sotto l'aspetto dell'incidenza degli stessi sulla salubrità ambientale.   Conseguentemente, anche a decisioni concordate    (  in contrattazione di secondo livello ) fra titolari di impresa e lavoratori nell'ambito organizzativo e lavorativo della impresa su progetti volti al mantenimento e miglioramento  della produttività e quindi al miglioramento delle condizioni economiche  di tutti gli operatori  dell’impresa stessa; ove  la situazione contingente dovesse richiederlo, accordi per cercare di risolvere il problema anche attraverso il ricorso a forme di aggregazione con altre realtà di impresa, con l’impegno, sottoscritto dalle parti per il mantenimento dei livelli occupazionali,  pure attraverso la mobilità del personale.



            E inoltre ,  il “ Movimento popolare “  avanza  le  seguenti  proposte  di legge, che stabiliscano :

- 1)   LA  INELEGGIBILITA'  E  INCOMPATIBILITA'  CON L'UFFICIO DI DEPUTATO  O DI SENATORE   E  CHE NON  POSSANO  RICOPRIRE   POSTI  DI  RESPONSABILITA'  E  INCARICHI  PUBBLICI  TUTTI  COLORO  NEI  CUI  CONFRONTI  SIA  STATO   PROVATO   DI  AVERE  ABUSATO  DELLA  LORO  POSIZIONE  ISTITUZIONALE AGENDO  IN  DANNO  DEL  PUBBLICO  INTERESSE  E  DEL  BENE  COMUNE  O COMPIENDO  ATTI  IN VIOLAZIONE  DELLA  LEGGE  PENALE  ;

-  2) UNA  CHIARA  "LEGGE ELETTORALE "  CHE  CI  CONSENTA  DI  SCEGLIERE  DIRETTAMENTE  NOI  LE  PERSONE  CHE  SI  CANDIDANO  ALLE  ELEZIONI , SULLA  BASE  DI  UNA  VALUTAZIONE  DEI  RISPETTIVI  "  CURRICULA "  PERSONALI  E  DEL  PROGRAMMA  POLITICO  PROPOSTO ;

- 3) L'ATTRIBUZIONE  DI  " PERSONALITA'  GIURIDICA "   NEI CONFRONTI  DI  PARTITI  POLITICI  E  DI  SINDACATI  , CON CONSEGUENTE  OBBLIGO  DA  PARTE  DEGLI  STESSI  DI  RENDERE  PUBBLICI  I  RISPETTIVI  BILANCI  IN  MATERIA  DI  CONTABILITA'  FINANZIARIA  E  CONDIZIONE  ECONOMICA ;

- 4)  LA  RIDUZIONE   NELLA  MISURA  DEL  50 %  DEL  NUMERO  DEI  PARLAMENTARI NEL  SENATO  DELLA  REPUBBLICA  E  NELLA  CAMERA  DEI  DEPUTATI,  E L'ATTRIBUZIONE  DI  UN  TETTO  MASSIMO  DI  SEIMILA  EURO   MENSILI ( LORDE )  PRO- CAPITE  A SENATORI E DEPUTATI  ,  CON  DIRITTO  A  VITALIZIO  (  A BASE CONTRIBUTIVA  E  NON  REVERSIBILE ) DOPO IL  70° ANNO DI ETA'  E SOLO  ALLA  CONDIZIONE  CHE  LA  PERSONA PARLAMENTARE  ABBIA  SVOLTO  PER  ALMENO  DUE  LEGISLATURE  CONSECUTIVE  IL  PROPRIO  MANDATO ;

-5)  L'ABOLIZIONE  DI  OGNI  TIPO  DI  CASSA  INTEGRAZIONE  GUADAGNI  E  INVECE VENGA ISTITUITA  UNA  INDENNITA' SOCIALE  MINIMA  GARANTITA ( DI ALMENO  MILLE  EURO AL MESE )  NEI CONFRONTI  DI TUTTI  COLORO  CHE  SI TROVANO  IN UNA  CONDIZIONE  DI  DISOCCUPAZIONE  O  NON  OCCUPAZIONE ,  SOTTOPONENDO  L'EROGAZIONE  DI  DETTA INDENNITA'  ALLA  CONDIZIONE  CHE  LA PERSONA  INOCCUPATA O DISOCCUPATA  NON  RIFIUTI  LA  PROPOSTA DI LAVORO  OFFERTA ALLA STESSA  E  VENGA  PREVISTA  UNA  PENSIONE  SOCIALE  DI  MILLE  EURO  MENSILI ALLE  PERSONE  ULTRASESSANTACINQUENNI, SPROVVISTE  DI  REDDITO ;   
  
-6)  CHE  I  SERVIZI  RIGUARDANTI  LA  SALUTE , L'  ISTRUZIONE , LA  GIUSTIZIA , LA  DIFESA  E  LA  DISTRIBUZIONE  DELL'ACQUA ,  COSTITUENDO  ESSI   SERVIZI  DI INTERESSE  GENERALE  ,  DEBBANO  ESSERE  GESTITI  DA  ENTI  PUBBLICI  E  DA  ISTITUZIONI  DELLO  STATO.

-7) IN  ORDINE  ALL' APPLICAZIONE  DELL'ART.  53  DELLA  COSTITUZIONE  REPUBBLICANA ,  TUTTI  SIANO  TENUTI  A  CONCORRERE  ALLE  SPESE  PUBBLICHE  IN  RAGIONE  DELLA  LORO  CAPACITA'  CONTRIBUTIVA   E  SIANO  SOTTOPOSTI  AL  SISTEMA  TRIBUTARIO  SECONDO  PUNTUALI  CRITERI  DI  PROGRESSIVITA'  E  EQUITA'  FISCALE  ANCHE  TUTTE  LE  RENDITE  E TRANSAZIONI  FINANZIARIE  E  PATRIMONIALI ;

-8 ) UN FORTE  RECUPERO  DI  RISORSE  ECONOMICHE , DA DESTINARE  AL FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI SOCIALI  FONDAMENTALI,   ATTRAVERSO UN’INCISIVA  E  COSTANTE  LOTTA  ALL’EVASIONE  FISCALE, ALLA CORRUZIONE E ALLA CRIMINALITA’  ORGANIZZATA, ATTUATA  CON  UNA  PIU’ EFFICACE  AZIONE  REPRESSIVA  DA PARTE  DEGLI  ORGANI  ED APPARATI  ISTITUZIONALI  A  CIO’ PREPOSTI , CHE SIANO   ADEGUATAMENTE  ORGANIZZATI  E DOTATI  DELLE  NECESSARIE   STRUTTURE  E   FORZE  PROFESSIONALI.  

- 9 ) LA  MODIFICA  DELL'ART.  75  DELLA  COSTITUZIONE   NEL  SENSO  CHE  VENGA  AGGIUNTO  ANCHE  IL  CASO  CHE  POSSA  ESSERE  INDETTO  UN  REFERENDUM  POPOLARE  PER  PROPORRE  UNA  LEGGE . 

-10 ) ABOLIZIONE  DEL  FINANZIAMENTO  PUBBLICO  DEI  GIORNALI , COME  DEI  PARTITI  POLITICI , PONENDO UN  CONGRUO TETTO  MASSIMO RIGUARDO AI RIMBORSI  PER  SPESE  ELETTORALI ,  DA  DOCUMENTARE  E  RENDERE  PUBBLICI ;

-11 ) RIPRISTINO  DELLA  PIENA  ED  AUTONOMA  FUNZIONE  PUBBLICA  DELLA  BANCA  D'ITALIA , NEL  RUOLO  DI  CONTROLLO  E  VIGILANZA  NEI  CONFRONTI  DEL  SISTEMA  BANCARIO  NAZIONALE  E  SULLE  O.P.A.

-12 )  EMANAZIONE  DI  SEVERE  NORME  PENALI  ANTIRICICLAGGIO  DI  DENARO  E  RIPRISTINO  DEL  REATO  DI  FALSO  IN  BILANCIO, PENE PIU’ SEVERE CONTRO LA CORRUZIONE,  LA CONCUSSIONE E  LA  EVASIONE FISCALE, ATTRAVERSO PROCEDURE PIU’ EFFICACI  ED  IMMEDIATE , VOLTE  A  COLPIRE  DIRETTAMENTE ( CON  SEQUESTRO , CONFISCA E VENDITA )  I PATRIMONI  ACQUISITI  IN  MODO  ILLECITO.



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                         PROPOSTE  ECONOMICO - FINANZIARIE 

DAL   “  MOVIMENTO  POPOLARE  DEL  LAVORO  E  DELLA  COOPERAZIONE “



IN  MOMENTI  IN  CUI  LE  CONDIZIONI  ECONOMICHE  DEL  PAESE  SI  TROVANO  IN  GRAVE  CRISI  PER  L’ELEVATO  DEBITO  PUBBLICO , CON  L’AGGRAVANTE  DI  UNA  SITUAZIONE  DI  STAGNAZIONE  DELLE  ATTIVITA’  PRODUTTIVE ( PIL )  E  QUINDI  DI  UNA  RECESSIONE  DI  NATURA  ECONOMICA  E  SOCIALE     (  DISOCCUPAZIONE, POVERTA’, FORTE CALO DEI CONSUMI ),  CAUSATE  DA  DIVERSI  FATTORI  , QUALI :

-1) UNA CRISI  ECONOMICA  A  LIVELLO   GLOBALE  DOVUTA  AL  SOPRAVVALERE  DI  UN  SISTEMA  BASATO  SULLE  SPECULAZIONI  FINANZIARIE ,  AUMENTI DEL VALORE DELLE AZIONI . RISPETTO  A   QUELLO  BASATO  SUL  RAPPORTO  NATURALE  FRA  IL  LAVORO              ( RISORSE UMANE E AMBIENTALI )  E  LA  PRODUZIONE  DI  RICCHEZZA  E  SVILUPPO SOCIALE.

-2) UNA  TROPPO  ELEVATA  IMPOSIZIONE  FISCALE  SUI  REDDITI  DA  LAVORO  ( PERSONE  FISICHE  E  IMPRESE )  ED  UNA  PALESE  INIQUITA’  PER UN   TRATTAMENTO  IMPOSITIVO  CHE  PRIVILEGIA  LE  RENDITE  DI  CAPITALE  E  LE  TRANSAZIONI  FINANZIARIE; 

-3)  SPERPERO   DELLE  RISORSE  ECONOMICO-FINANZIARIE  A  CAUSA  DI  UNA  CATTIVA  GESTIONE   DELLA  SPESA  PUBBLICA  , DA PARTE  DELLE  PUBBLICHE  AMMINISTRAZIONI ( CENTRALI E PERIFERICHE) E  DELL’APPARATO  POLITICO,      (  INVESTIMENTI  IMPRODUTIVI  E  SPECULATIVI, CLIENTELISMI, CORRUZIONE ,  ETC…), INOLTRE  ,  PER   UN  INSUFFICIENTE  CONTRASTO  ALLA  EVASIONE  FISCALE  E  ALLA  RICCHEZZA  PATRIMONIALE  ACQUISITA  ATTRAVERSO  ATTIVITA’ ILLECITE DELLA CRIMINALITA’  ORGANIZZATA;

-4)  INTERVENTI  NORMATIVI RIGUARDANTI  TAGLI  SULLA  SPESA  PUBBLICA  ,  EFFETTUATI  IN  MISURA  E  CON  MODALITA’  DRASTICAMENTE  LINEARI, INDISCRIMINATE ( IN DANNO DEI SERVIZI  PUBBLICI  ESSENZIALI ) E  INCIDENTI  PESANTEMENTE  SULLE  FASCE  SOCIALI  PIU’  DEBOLI; 

  PER  TALI  MOTIVI  

SI  IMPONE  UN  RADICALE  CAMBIAMENTO  DELLA  GESTIONE  DELLA  “  COSA  PUBBLICA “ , DEL  PATRIMONIO  PUBBLICO  E  DEI  SERVIZI  SOCIALI  DA  PARTE  DEGLI  ORGANI  ISTITUZIONALI    (  PARLAMENTO,  GOVERNO,,  P. A. )
E  QUINDI , IL  REPERIMENTO  DI  RISORSE  ECONOMICHE  E  FINANZIARIE   ATTRAVERSO  LA  PUNTUALE  APPLICAZIONE  DELL'ART.  53  DELLA  COSTITUZIONE  REPUBBLICANA ,  SECONDO  CUI  TUTTI  DEVONO  ESSERE   TENUTI  A  CONCORRERE  ALLE  SPESE  PUBBLICHE  IN  RAGIONE  DELLA  LORO  CAPACITA'  CONTRIBUTIVA   E  CONSEGUENTEMENTE  DEVONO ESSERE   SOTTOPOSTI  AD  UN  SISTEMA  TRIBUTARIO  SECONDO  PUNTUALI  CRITERI  DI  PROGRESSIVITA'  E  EQUITA'  FISCALE , NON  SOLO  TUTTI I  REDDITI  DA  LAVORO ,  MA  ALLO  STESSO  MODO  ANCHE  TUTTE   LE  RENDITE  E TRANSAZIONI  FINANZIARIE  E  PATRIMONIALI ;

SI  IMPONE  UNA  SOLLECITA   SVOLTA  DI  INDIRIZZO  IN  FAVORE  DI  UNA  CRESCITA  E  SVILUPPO  DELLE  ATTIVITA’  PRODUTTIVE  DEL  PAESE, DA  REALIZZARE  ATTRAVERSO  UN  SISTEMA  CHE  RIMETTA  IN  MOTO  IL  FLUSSO  DI  CAPITALI  NEL  CIRCUITO  PRODUTTIVO  NAZIONALE,  SCORAGGIANDO  LA   FUGA  DEI  CAPITALI  STESSI, MA  ANZI  RICHIAMANDO  L’INTERESSE  DEI  CAPITALI   ( NAZIONALI ED ESTERI)  AD  INVESTIMENTI   A  COMPARTECIPAZIONE  PUBBLICA , TUTELANDO, CON I DOVUTI INTERVENTI DELLA CORTE DEI CONTI,  L'INTERESSE PUBBLICO DA EVENTUALI SPECULAZIONI PRIVATE  (  OPERE  INFRASTRUTTURALI ) , ECONOMICAMENTE  VANTAGGIOSI  (  COME  L’ACQUISTO  DI  TITOLI  DI  STATO  A  SCADENZA  PLURIENNALE , A PIU' VANTAGGIOSI TASSI  DI  RENDIMENTO )  E   NATURALMENTE   UTILIZZANDO  TALI  RISORSE   IN  MODO  “ESCLUSIVO“   PER  COMPENSARE   ADEGUATAMENTE  :

- IL  MANCATO  INTROITO  FISCALE  CHE  DERIVEREBBE   DA  UNA  CONGRUA   RIDUZIONE  DELLE  IMPOSTE  CHE  VERREBBE  OPERATA  A  SOSTEGNO  DELLE  FAMIGLIE  E  DELLE   ATTIVITA’  DI  IMPRESA  CHE  ABBIANO  PROGETTI  SERI  , CREDIBILI  E  FAVOREVOLI  ALLA  OCCUPAZIONE ;

- LE  MAGGIORI  SPESE  PER  IL  FINANZIAMENTO E  SOSTEGNO  DELLE  ATTIVITA’  E  SERVIZI PUBBLICI   RIGUARDANTI  SOPRATTUTTO  LA  SALUTE, L’ISTRUZIONE, LA RICERCA  SCIENTIFICA.
IN  CONCLUSIONE

TALI  MISURE  ED  INTERVENTI ,  SE  PRESI  TEMPESTIVAMENTE  ED  IN  MODO  OCULATO DA  PARTE  DI  CHI  HA  RESPONSABILITA’  ISTITUZIONALI  NELL'AMBITO  LEGISLATIVO  ED  ESECUTIVO  E   IN  CONDIZIONI  DI  STABILITA'  DI  GOVERNO  ,  CERTAMENTE  SAREBBERO  IDONEI  A  RICREARE  CONDIZIONI  DI  FIDUCIA  NEL  MERCATO  SIA  ECONOMICO  VERO E PROPRIO  SIA  IN  QUELLO  FINANZIARIO  DEI  CAPITALI  E  CONSEGUENTEMENTE   A D  UNA  RIPRESA  DELLA  OCCUPAZIONE  E  DEI  CONSUMI  DA  PARTE  DELLE  FAMIGLIE,  CON  LA  PROSPETTIVA  SICURA  DI  PROGRESSIVI  ABBASSAMENTI   DEL  DEBITO  PUBBLICO  NAZIONALE.                 



Nota  :  UNITE  I  VOSTRI  COMMENTI  AL  PRESENTE  TESTO.

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INTENDIAMO  RIVOLGERE  L'APPELLO  ALLA ADESIONE E AL SOSTEGNO DI QUESTO MOVIMENTO POPOLARE A TUTTI COLORO CHE RITENGONO IL PROGRAMMA IN ESSO CONTENUTO SIA VALIDO  PER REALIZZARE NUOVE CONDIZIONI DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO E DI RINNOVAMENTO DEMOCRATICO NEL NOSTRO PAESE.



E   BUONA  FORTUNA  A  TUTTI       

         Rosario  Margio                   rosariomargio@gmail.com
 un cittadino italiano



Rete di imprese
                                      i
l contratto per PMI forti e competitive




Diventare grandi restando piccole, reti di imprese: lo strumento giuridico del contratto di Rete in Italia, per PMI che vogliono fare rete
Reti d'impresa per superare i limiti dimensionali delle PMI
Il detto “L’unione fa la forza” non è mai stato tanto attuale per le PMI italiane: siglare un contratto di rete tra imprese offre l’opportunità (logica e fisiologica) di mantenere la propria dimensione diventando però finanziariamente più forti e concorrenziali.
Sul piano giuridico, le reti di imprese sono forme di coordinamento di natura contrattuale tra aziende, in particolare PMI che vogliono aumentare la massa critica e avere maggiore forza sul mercato senza doversi fondere o passare sotto il controllo di un unico soggetto. Dal punto di vista economico, sono una libera aggregazione tra imprese con l’obiettivo di crescere in competitività e innovazione.

Il contratto di rete tra imprese  è stato introdotto dal Decreto incentivi (legge n.33/2009). La legge Sviluppo 2009 n.99 ne ha poi esteso l’ambito di applicazione a tutte le organizzazioni imprenditoriali (non più solo SpA) ed ha attribuito alla reteautonomia patrimoniale perfetta.

Modelli di reti d’impresa
Il nuovo strumento giuridico per associarsi consente perciò di andare oltre i vecchi modelli (contratto di società o di consorzio, ATI, RTI, joint venture, contratto di franchising).
1. Rete verticale: aggrega aziende che condividono interessi legati a tutta la filiera produttiva, con obiettivi di consolidamento e responsabilizzazione.
2. Rete orizzontale: raggruppa piccole aziende“au pair” che si uniscono in rete per superare l’ostacolo della scarsa visibilità e del basso potere di negoziazione o per offrire ai clienti un’offerta più strutturata fruibile mediante tutte le aderenti.

 Vantaggi fiscali
Le aziende in rete non vantano solo un miglior posizionamento strategico in termini di mercato, accesso al credito, brevetti, investimenti esteri e certificazioni di qualità.
Le aziende aderenti alle reti di imprese beneficiano anche di uno speciale disciplina fiscale agevolata: un regime di sospensione di imposta di cui possono fruire – previa richiesta telematica – gli utili d’esercizio accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione di investimenti previsti dal contratto asseverato. In pratica, hanno diritto ad un differimento dell’imposta, che comunque non opera ai fini IRAP.

Il Dl 78/2010 (articolo 42, comma 2-quater) ha definito i requisiti per le agevolazioni. La normativa fiscale per le reti di imprese è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Numeri
Al fine 2011 le reti d’impresa in Italia erano 305, di cui ben 200 siglate da Marzo 2010 a Novembre 2011 per un numero totale di imprese coinvolte di poco inferiore alle 1500 unità. Secondo Unioncamere, oggi sono circa 2mila le PMI coinvolte in progetti di rete d’impresa.
Un fenomeno in rapida crescita, dunque, rappresentato in gran parte da micro e piccole imprese (79%), con un’elevata differenziazione produttiva (47%) e con finalità di innovazione, promozione e distribuzione, oltre che di maggiore efficienza produttiva.
La costituzione di R.E.T.E Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) sintetizza il cambiamento di rotta intrapreso in questa direzione, scegliendo di muoversi assieme per favorire la promozione e il consolidamento delle PMI come componenti fondamentali del sistema economico e il riconoscimento del loro ruolo presso tutti i livelli di interlocuzione.
Dunque, la concorrenza sfrenata non è l’unico modo per emergere, il tabù è stato rotto e oggi sopravvive chi è meno piccolo, chi ha capito che si può fare impresa in modo diverso.
Le reti sono uno strumento importante per come sono strutturate: non chiedono di rinunciare al protagonismo imprenditoriale come nelle fusioni né di lasciare la guida a manager esterni.  L’aggregazione e la crescita dimensionale favoriscono piuttosto l’apertura mentale del piccolo imprenditore spesso condizionato, per citare Giuseppe Tripoli, da una “visione isolazionista”.




6 commenti:

  1. Fondi europei alle imprese: Italia prima
    Italia prima in classifica per numero di Fondi UE percepiti, ma non a livello di entità dei finanziamenti: i dati della Camera di Commercio e la classifica in Europa.
    Francesca Vinciarelli - 30 ottobre 2012


    UE l'Italia nel 2011 ha ricevuto 516mila euro di finanziamenti
    L’Italia è la prima fruitrice dei Fondi concessi dall’Unione Europea agli Stati Membri: considerando solo i finanziamenti al di sopra di 10mila euro nel 2011, sono stati 7 mila gli Enti italiani e le aziende che ne hanno beneficiato, contro i 5200 della Francia, 4800 della Germania e i 4600 dei Regno Unito.
    A stilare la classifica dell’utilizzo dei Fondi europei è stata laCamera di Commercio italobelga, smentendo la credenza comune che l’Italia non sfrutti a dovere appalti e bandi aperti a livello europeo.
    => Leggi tutti i finanziamenti UE
    Il 70% delle organizzazioni italiane che si sono aggiudicate i Fondi UE sono del Nord, il 22,6% del Centro e 265 del Sud, con la provincia di Milano che la fa da padrone «percependo direttamente un fondo europeo su cinque versati», si legge nel Rapporto.
    Dalla lista degli Enti italiani i ricercatori hanno escluso «Ministeri, Agenzie e istituti nazionali che, avendo sede principalmente a Roma, avrebbero sbilanciato i dati e la rappresentatività dello studio».
    => Consulta i Fondi UE
    Anche se a livello di numeri l’Italia è la prima beneficiaria dei Fondi UE, a livello dientità dei contributi ricevuti dalla Commissione europea: nel 2011 le imprese italiane hanno ricevuto 516 mila euro, contro l’oltre un milione di euro ricevuto in media da quelle tedesche e l’1,34 milioni di euro delle spagnole.
    In conclusione in Italia «partecipiamo a moltissimi progetti, e questo è un segnale incoraggiante, ma la mancanza di fiducia nelle proprie capacità, distoglie forse le aziende da obiettivi più ambiziosi», ha commentato il segretario generale della Camera di commercio, Matteo Lazzarini.

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  2. IL BILANCIO DEL BENE COMUNE

    “ PER IL BILANCIO DEL BENE COMUNE "
    www.movimentodellavoroedellacooperazione.org

    PER DIFENDERSI DALLA CRISI ECONOMICA SONO INDISPENSABILI LA SOLIDARIETA’ E LA COOPERAZIONE FRA I CITTADINI
    Per contrastare e difendersi da
    l’emorragia che sta dissanguando le forze di lavoro del nostro paese, a causa di prelievi sempre maggiori di tasse ed imposte, a causa di una pervicace restrizione del credito da parte delle banche,a causa di sempre più numerose delocalizzazioni o di fallimenti di imprese strozzate dal fisco, a causa di una politica economica rivolta solo a finanziare banche ,che acquistano titoli di debito pubblico, che è giunto a livelli estremamente elevati e che è continuamente sottoposto ad attacchi di tipo speculativo ( i cosiddetti derivati ) di carattere internazionale. Tutte cause che hanno già determinato un impressionante impoverimento di cittadini , che di giorno in giorno va allargandosi , per aumento del costo della vita,abbattimento del potere di acquisto di salari,stipendi e pensioni, interessando fasce sempre più numerose di disoccupazione, e creando situazioni di tensioni sociali allarmanti e purtroppo, tragedie, per chi non vede più un proprio introito presente ,nè futuro di lavoro, né una pensione che nessuno potrà ormai più garantirgli.
    E’ assolutamente necessario ed urgente ripartire dalle realtà territoriali ( Comuni ) per riprendere la produzione del lavoro attraverso forme di cooperative , formate dai cittadini . A tal fine , i cittadini stessi devono decidere di destinare i propri risparmi in depositi di conti correnti creando un’apposita “banca cooperativa di credito per il bene comune” , controllata dall’Ente Comune e nei relativi bilanci (destinati esclusivamente al bene comune della cittadinanza) direttamente dai cittadini stessi, che fruiranno dei relativi dividendi.
    I cittadini che sono rimasti senza lavoro a causa di fallimento dell’impresa, devono riprendere in mano ciò che rimane dell’impresa stessa , formare una cooperativa di lavoro, finanziata attraverso i prestiti erogati dalla suddetta banca cooperativa di credito, utilizzare il denaro per la ripresa dell’attività e con la condizione che i lavoratori tutti hanno diritto a partecipare agli utili ricavati dalla vendita dei prodotti , che se in maggiore quantità potranno essere anche destinati per la costruzione di opere pubbliche o servizi socialmente utili alla cittadinanza .
    Questo tipo di iniziative è stato già sperimentato e con successo dai cittadini del Comune di Capannori ( Lucca) , nonché in altre città dell’Austria, della Svizzera, della Francia , della Germania, e in particolare ha consentito all’Argentina di uscire dal fallimento economico e finanziario e riprendere una economia forte e crescente.
    In tal modo , utilizzando le tante risorse umane sicuramente esistenti, di intelligenza, di idee innovative, potranno essere riprese molte attività di lavoro, artigianale , agricolo , manifatturiero, di servizi e quant’altro , che potranno interessare il campo delle energie rinnovabili ( impianti fotovoltaici, eolici, riciclaggio di rifiuti ,recupero di materiale usato,ristrutturazione di edifici desueti, riqualificazione ecologica del territorio, servizi di sostegno per chi si trova in difficoltà economiche e precarie di salute, ecc…..
    Inoltre, al contempo potranno essere formati centri per l ‘addestramento culturale e manuale per i giovani che vogliono imparare un mestiere, inserendoli come apprendistato nelle imprese che hanno ripreso la propria attività.
    Tutto ciò che verrà ottenuto in termini di produzione di lavoro andrà a beneficio di quella determinata comunità, che così potrà mettersi nelle condizioni più idonee per affrontare le emergenze dell’attuale crisi economica globale e sganciarsi dalle catene della speculazione finanziaria, attraverso la gestione autonoma dei propri risparmi ed un miglioramento sociale della qualità della vita delle famiglie.

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  3. PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA RIGUARDANTI IL DIRITTO AL LAVORO


    ART. 1
    L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

    ART. 3
    E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.




    ART. 4
    La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.
    Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

    ART. 35
    La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.
    Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
    Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
    Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

    ART. 36
    Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’assistenza libera e dignitosa.
    La giornata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
    Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali, e non può rinunziarvi.

    ART. 37
    La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
    Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
    La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariale.
    La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce a essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.


    ART. 38
    Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
    I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso d’infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
    Gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
    Ai compiti previsti in quest’articolo, provvedono organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato.
    L’assistenza privata è libera.


    ART. 46
    Ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nel modo e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende.

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  4. RIFORMA delle Pensioni: da gennaio 2013 cambiano le regole
    La riforma delle pensioni inizierà a far sentire il proprio effetto nel 2013: ecco cosa cambia su età pensionabile, adeguamento all'aspettativa di vita, calcolo della pensione
    - 6 dicembre 2012


    Gli effetti nel 2013 della riforma delle pensioni
    La riforma delle pensioni è entrata in vigore il 1° gennaio 2012, ma i suoi effetti inizieranno a farsi sentire nei prossimi anni. Nel 2013, ad esempio, cambieranno le soglie legate airequisiti di età per uscire dal mercato del lavoro: 66 anni e tre mesi per i dipendenti pubblici e privati e per gli autonomi (62 anni e tre mesi le dipendenti di aziende private).
    => Leggi i dettagli della Riforma delle Pensioni
    Riforma età pensionabile
    Nel 2012, infatti, chi è andato in pensione lo ha fatto ancora con le vecchie regole, avendo maturato i requisiti nel 2011 quando era ancora in vigore il sistema previdenziale previgente che prevedeva la finestra mobile di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 per gli autonomi. Ancora fino a metà del prossimo anno, quindi, ci sarà chi andrà in pensione con le vecchie regole.
    Resterà invece ben più a lungo il problema dei lavoratori esodati, almeno per 260 mila di loro rimasti fuori dalle salvaguardie (130 mila). => Leggi la class action avviata contro Fornero

    Pensione e lavoro
    Le misure per l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, introdotta da Sacconi e Tremonti nel 2011, avrà effetto poi anche sui limiti di età entro i quali è possibile scegliere di rimanere al lavoro, anche qualora si siano maturati i requisiti per il pensionamento: 70 anni e 3 mesi nel 2013.
    Il limite verrà man mano innalzato fino ad arrivare a 75 anni e 3 mesi nel 2065, secondo le stime della Ragioneria di Stato basate sulle previsioni di allungamento della vita elaborate dall’ISTAT. Questo significa che anche raggiunto il limite per il pensionamento, l’azienda non potrà decidere di rinnovare il proprio personale fino a quando il lavoratore non deciderà di lasciare il mercato del lavoro.
    In generale si prevede che in molti decidano di rimanere al lavoro, visto che la nuova riforma delle pensioni incoraggia la permanenza con un coefficiente di calcolo più alto per chi va in pensione più tardi. A regime poi ci sarà il calcolo pro-rata per tutti, dunque più contributi significherà assegno di pensione più alto.
    => Vai alla simulazione pensioni INPS ed INPDAP
    Pensione donne
    Dal 2018 poi si annullerà la differenza per l’uscita dal mercato del lavoro tra dipendentidonne nel privato e gli altri lavoratori: tutti in pensione a 66 anni e 7 mesi.
    Pensioni di anzianità
    Dal 2013 poi le pensioni di anzianità scatteranno a 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne, ma con tagli se, su questi presupposti, si uscirà dal mercato del lavoro prima del compimento del 62esimo anno di vita (-1% per ogni anno fino ai primi due anni poi del -2%).
    => Vai allo Speciale sulle Pensioni

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  5. Autorizzazione Unica Ambientale per PMI: via libero definitivo
    Approvato il Regolamento attuativo della nuova Autorizzazione Unica Ambientale per PMI, che durerà 15 anni: un'unica domanda sostituisce i precedenti adempimenti, con risparmi per le imprese pari a 700 mln l'annoi
    Approvato Regolamento AUA
    Via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri al regolamento sull’Autorizzazione Unica Ambientale(AUA), che semplifica le pratiche amministrative a carico delle PMI: il provvedimento approvato in CdM conclude un lungo iter burocratico che ha previsto i pareri di Conferenza unificata, Consiglio di Stato e Commissioni parlamentari competenti.
    Il nuovo Regolamento attua la misura di semplificazione prevista dall’articolo 23 del Dl 5/2012 (Semplifica Italia), convertito con la legge 35/2012, per gli impianti che non hanno le dimensioni per richiedere l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale, regolamentata dal Dlgs 152/2006).
    =>Scopri cosa cambia per le PMI con la nuova AUA
    La nuova AUA dura 15 anni (nonostante il parere contrario della commissione Ambiente della Camera, che avrebbe preferito una scadenza più breve).
    Per ottenerla – al posto delle varie autorizzazioni ambientali prima necessarie – le imprese potranno presentare un’unica domanda in via telematica al SUAP (Sportello Unico per le attività produttive) competente, con risparmi complessivi sui 700 milioni di euro l’anno. Gli adempimenti che ora confluiscono nella AUA riguardano:
    • scarichi,
    • acque reflue,
    • emissioni in atmosfera,
    • impatto acustico,
    • fanghi di depurazione,
    • smaltimento e recupero rifiuti.
    Le Regioni potranno estendere ulteriormente il numero di atti compresi nell’AUA.
    Il regolamento assicura anche la certezza dei tempi: l’autorizzazione viene rilasciata entro 90 giorni, a meno che non sia necessaria la convocazione della Conferenza dei Servizi, che si pronuncia entro 120 giorni (o 150 nel caso di richiesta di ulteriore documentazione).
    => Consulta le misure per le imprese del ddl semplificazioni
    Prevista infine una procedura semplificata anche per il rinnovo dell’autorizzazione, che si richiede entro sei mesi dalla scadenza: se le condizioni di esercizio sono rimaste immutate è sufficiente la presentazione di una istanza con una dichiarazione sostitutiva. Durante il tempo necessario per il rinnovo, l’esercizio dell’attività può proseguire sulla base dell’autorizzazione precedente.

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  6. MPMI e Lavoro: assunzioni 2013 nelle piccole e medie imprese

    Ecco le assunzioni previste per i primi del 2013 nelle PMI e nelle micro aziende: i contratti preferiti, i profili ricercati, le competenze richieste nell'indagine R.ET.E. Imprese Italia.

    La crisi continua a influire sulla dinamica delle assunzioni nelle PMI mentre iniziano a farsi sentire i primi effetti della Riforma del Lavoro Fornero con un drastico calo deicontratti a progetto, mente i contratti a tempo determinato vengono sempre più usati come una sorta di periodo di prova, a cui segue l’assunzione.
    => Ecco le professioni più richieste sul mercato
    Lo rileva l’indagine di R.ETE. Imprese Italia “Previsioni d’assunzione nelle micro, piccole e medie imprese per il primo trimestre 2013“, secondo cui, nell’intero panorama produttivo italiano, saranno attivati 226mila nuovi contratti entro fine marzo, di cui 134mila nelle micro e piccole imprese 34mila250 a tempo determinato(25,6% del totale),
    • 24mila 890 a tempo indeterminato(18,6%),
    • 24mila 170 a progetto (18,1%),
    • 16mila490 collaborazioni a partita IVA (12,3%),
    • 14mila370 stagionali (10,8%),
    • 10mila 230 interinali (7,7%),
    • 6290 di apprendistato (4,7%),
    • 2870 altre forme (2,1%).
    Profilo dei candidati ricercati: le PMI sono indifferenti all’età della persona da assumere e tendono a privilegiare l’esperienza, mentre fra le grandi aziende è maggiore la tendenza ad assumere giovani.
    Le competenze richieste : qualifiche nelle attività commerciali e nei servizi, operai specializzati, impiegati, professioni tecniche, conduttori di impianti e addetti ai macchinari.
    =>Leggi gli annunci di lavoro più recenti
    Sulla base di questi dati, lo studio propone una serie di considerazioni relative ai cambiamenti nel rapporto fra aziende e forme contrattuali dopo la RiformaFornero e le altre modifiche normative del 2012.
    Su base trimestrale si registra una maggior prudenza nell’utilizzo dei contratti a progetto, che crescono del 3,7% a fronte di un 81,6% dei contratti a termine, del 64,2% delle consulenze (Partite IVA) e del 41,1% dell’indeterminato.
    =>Riforma Fornero: scopri i nuovi contratti
    Anche su base annua la flessione è più evidente per i contratti a progetto (-18,6%) piuttosto che per quelli a tempo indeterminato (-16,5%) e a termine (-11,1%).

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