www.movimentodellavoroedellacooperazione.org
Roberto Saviano - La Costituzione Italiana
Giustizia sociale, fiducia,
democrazia - Stefano ZAMAGNI
“ STATUTO
“
DEL MOVIMENTO POPOLARE
DEL LAVORO E DELLA COOPERAZIONE :
ART. 1 ) ESSO NON E’ UN PARTITO
POLITICO , NE’ UN’ASSOCIAZIONE , MA E’ UN LIBERO MOVIMENTO POPOLARE DI
OPINIONI E PROPOSTE IN MATERIA ECONOMICA E SOCIALE, CHE
NEL PIENO RISPETTO DEI PRINCIPI E NORME
COSTITUZIONALI, HA COME ANIMA CONDUTTRICE E
FINALITA’ LE PROPOSTE CONTENUTE
NEL “ PROGETTO “ CHE FA PARTE INTEGRANTE DI ESSO;
ART.2 ) IL SIMBOLO DEL MOVIMENTO E’
RAFFIGURATO DA
“ SOLE RAGGIANTE
SU ORIZZONTE MARINO “
ART.3 ) CHIUNQUE PUO’
ISCRIVERSI PER VIA TELEMATICA AL MOVIMENTO,
IN MODO ASSOLUTAMENTE GRATUITO, E IN
QUALSIASI MOMENTO PUO’ REVOCARE , COMUNICANDOLA, LA
PROPRIA ISCRIZIONE SENZA CONDIZIONE ALCUNA;
ART.4 ) CHIUNQUE DEGLI
ISCRITTI AL MOVIMENTO PUO’ ESPRIMERE LIBERAMENTE
IL PROPRIO VOTO , SIA SU EVENTUALI
PROPOSTE DI MODIFICA ALL’INTERNO DEL PROGETTO,
SIA SULLA ELEZIONE DEI COORDINATORI ,
VUOI A LIVELLO LOCALE VUOI A LIVELLO CENTRALE, MA
IL VOTO VA ESPRESSO ESCLUSIVAMENTE IN
VIA TELEMATICA ATTRAVERSO IL PREPOSTO SITO ED
OGNI DELIBERAZIONE IN MERITO SARA’ VALIDA
SOLTANTO SE AVRA’ RAGGIUNTO UN RISULTATO
FAVOREVOLE DI ALMENO DUE TERZI DEL
NUMERO COMPLESSIVO DEGLI ISCRITTI AL
MOVIMENTO
STESSO.
I RISULTATI ELETTORALI VANNO RESI
PUBBLICI ATTRAVERSO IL SITO DEL MOVIMENTO.
La vita e
il vero sviluppo sociale di un Paese non può che fondarsi e
soltanto sul “ LAVORO “ , quello intellettuale e fisico , e mai e
poi mai un Paese può crescere politicamente e socialmente se brucia le
sue risorse attraverso le attività speculative finanziarie, attraverso la falsa
ricchezza e accumulo di denaro non proveniente da reali attività di lavoro e da
una reale produzione di beni e servizi sociali.
In questi
momenti di crisi economica globale , l’Italia , pur in una situazione molto
difficile a causa dell’elevatissimo debito pubblico, ha ancora
grandi risorse nelle capacità umane, di invenzione e di volontà di
operare ; ciò è dimostrato dalla attuale esistenza di molteplici piccole e
medie imprese , in campo agricolo , artigianale , industriale e nel settore dei
servizi, che si fanno ancora valere , all’interno e all’estero, per l’alta
qualità dei loro prodotti.
Al
momento, però, la crescita è quasi ferma, la produzione lavorativa è su
indici molto bassi , e ciò è determinato non soltanto per la mancanza di
reperimento di risorse ed aiuti economici , ma anche per una sorta di gestione
della politica e di Governo , preoccupata principalmente e in modo rigido, al
reperimento di denaro nel vano tentativo di abbassare in misura determinante il
debito pubblico e di contrastare le manovre finanziarie di natura speculativa ;
un sistema basato soprattutto attraverso l’imposizione di tasse e di balzelli
vari , sin da determinare un progressivo impoverimento della società e una
drammatica sfiducia che investe il mondo del lavoro e delle imprese. Un
pericoloso disorientamento e frazionamento di risorse che rischiano ogni giorno
di più di indebolirsi e che cercano e a volte vi riescono a trovare altre vie
di uscita, trasferendosi fuori dal nostro Paese.
Come si
può frenare questa emorragia ? Si può, realizzando
una “ ECONOMIA DI COMUNIONE”
. Cioè , attraverso la realizzazione di varie forme di
aggregazione delle risorse , costituendo sistemi di COOPERAZIONE fra
attività di lavoro congeniali , capaci di sviluppare una rete di
produzione di beni e di servizi nell’ambito delle diverse realtà locali del
nostro Paese. Alcune di queste iniziative sono già state create, ma necessitano
di espandersi in tutto il territorio nazionale.
Però , una
vera riorganizzazione sociale del lavoro basata sul sistema cooperativistico ,
DEVE essere supportata da una idonea politica di Governo , da Istituzioni
dello Stato che siano efficienti e capaci di garantire le condizioni di
base , sotto il profilo economico, fiscale e legislativo, al fine di poter
consentire al sistema di realizzarsi e di crescere.
Necessita
, pertanto e innanzi tutto, una “ nuova politica” , una vera
riforma del sistema elettorale, che restituisca al popolo il diritto di
scegliere direttamente i propri rappresentanti politici , ma nel contempo
è necessario che urgentemente i cittadini si riorganizzino sotto
l’aspetto politico al fine di poter realizzare e sostenere : IL PROGETTO
PER IL BILANCIO DEL BENE COMUNE " attraverso la
costituzione del presente " MOVIMENTO POPOLARE DEL LAVORO E DELLA
COOPERAZIONE"
Un
Movimento che offra in modo chiaro e semplice, un PROGRAMMA politico
concreto, in materia economica e sociale, impostato per la realizzazione di un
“ciclo virtuoso “ , composto dei seguenti fattori essenziali :
Lavoro, Sicurezza, Produzione, Risparmio, Investimenti sulla ricerca e su
innovazioni strutturali.
In materia
di lavoro e produzione l’elemento coagulante deve essere la “
cooperazione” , sia fra varie congeniali realtà di impresa , (
industriale, agricola, artigianale, commerciale , di servizi , etc...) ,
le quali , per trovare uno sbocco dalla crisi economico-finanziaria -
organizzativa in cui versano, provino a reperire le risorse necessarie alla
ripresa della produttività attraverso forme di associazione e di
aggregazione, sotto l'aspetto finanziario ed organizzativo, con altre imprese
collegate ad una specifica rete produttiva ; bensì anche attraverso un sistema
nuovo , più moderno e più adeguato alle situazioni contingenti , in ordine ai
rapporti contrattuali fra dirigenti di impresa e lavoratori dipendenti ; un
sistema, che pur nel pieno rispetto dei principi costituzionali e
fondamentali in materia di diritti-doveri sul lavoro, nonchè nel rispetto
delle norme contrattuali di base stabilite per ogni categoria in campo
nazionale, sia caratterizzato anche da un "principio di libera
contrattazione " fra le parti nell'ambito dell'impresa, che, sempre nella
legalità, possano riguardare particolari accordi su diverse modalità di
svolgimento del lavoro, se ciò dovesse rivelarsi necessario per
superare le difficoltà del momento o per realizzare obbiettivi volti alla
migliore produzione di beni e servizi ; accordi da stabilire attraverso
un formale impegno fra le parti sia in ordine al mantenimento occupazionale sia
in ordine ai benefici economici che ne deriverebbero, a vantaggio e per
il rafforzamento non solo dell’impresa stessa , ma naturalmente anche per le
migliori condizioni salariali degli operatori.
In materia
di risparmio , deve essere tenuto fermo il principio che le risorse
economiche risparmiate siano gestite da appositi "Istituti
finanziari" , che però siano aperti al credito nei confronti di imprese
volte a realizzare investimenti produttivi e innovazioni
strutturali, escludendo che presso tali istituti possano essere utilizzati
detti depositi al risparmio per qualsiasi diversa attività finalizzata ad
investimenti finanziari di natura speculativa.
Per
tali motivi è necessario che il “Movimento del Lavoro e
della Cooperazione” deve fondarsi sul seguente
P R O G R A M M A
1) Il
Movimento deve contenere il Programma , detto per il "bilancio del
bene comune ", approvato dagli aderenti al Movimento stesso ;
2)
L’organizzazione strutturale del Movimento non deve essere di tipo
verticistico-piramidale; nel senso che alla guida politico-organizzativa
e gestionale deve presiedere un “organo collegiale”, costituito da
minimo tre , max cinque persone , i “coordinatori “, eletti dalla
base degli iscritti, con mandato a scadenza annuale , rinnovabile non oltre tre
anni;
3) Il
Movimento deve mantenersi solo attraverso
autofinanziamenti privati e deve utilizzare i mezzi e le risorse
meno dispendiose e più economicamente vantaggiose ( es. a mezzo
internet ) per i comunicati e per le consultazioni fra aderenti al
Movimento ;
4)
Trasparenza dei bilanci e messa in rete internet dei relativi conti e spese
di gestione del Movimento e formulazione di un
"codice etico" riguardante comportamenti ed atti da tenere da
parte dei responsabili e rappresentanti politici del Movimento stesso ;
5)
Esigenza di provvedimenti di semplificazione delle procedure
burocratico-amministrative ( es. più esteso possibile ricorso alle
autocertificazioni, accorpamento di funzioni burocratiche
istituzionali presso centri amministrativi unici zonali, con eliminazione
della ripetizione di medesime competenze burocratiche fra molteplici
uffici ) in materia di autorizzazioni per la costituzione di
un’impresa e per le sue conseguenti e necessarie
attività di gestione;
6)
Esigenza di precise norme, da far valere in campo internazionale, che tutelino
la originalità e la qualità dei beni prodotti dalle imprese nazionali ;
7)
Costituzione di un “ Fondo nazionale di garanzia per le
imprese che utilizzino la forma di cooperazione “ , presso la Cassa
Depositi e Prestiti, che sia di sostegno , attraverso mutui a tasso agevolato,
alle imprese , alla loro costituzione ( con condizioni più
favorevoli per le imprese formate da giovani) e in interventi finanziari di
carattere straordinario, in caso di particolari difficoltà economiche,
che non risultino generate da gravi , colpevoli e irresponsabili comportamenti
sulla gestione della impresa;
8)
Esigenza di agevolazioni fiscali nei confronti di imprese che dimostrino di
avere impiegato le proprie risorse per il miglioramento della
produzione e per il rinnovamento delle strutture e impianti ;
attività volte alla utilizzazione e alla ricerca di fonti di
energia rinnovabili (“energia pulita", solare, eolica, idrica,
etc...) ed alla tutela dell'ambiente naturale;
9)
Richiesta di provvedimenti legislativi che incentivino e
sostengano normativamente iniziative volte alla
costituzione di attività di lavoro di forma
cooperativistica, sia in campo agricolo, sia artigianale che dei servizi
e riguardo al turismo , volte al recupero di opere d'arte, che
potrebbero rivelarsi anche di pregevole valore culturale, ancora sconosciute,
in quanto rimaste abbandonate in luoghi sotterranei o cantine di vecchi edifici
pubblici, sparsi lungo il territorio del nostro Paese;
10)
Esclusione di qualsiasi forma di investimenti finanziari di tipo
speculativo e borsistico da parte di Istituti di credito in ordine
a depositi a risparmio appositamente costituiti da imprese in
forma associativa- cooperativa che aderiscono al “programma”
politico del “ Movimento del lavoro e della cooperazione” ;
11)
Rapporti di collaborazione fra dipendenti dell’impresa
e imprenditore, finalizzati ad ottenere una maggiore e migliore
produttività ed a risultati economici che consentano un
rafforzamento e rinnovamenti strutturali dell’impresa, sia sotto il
profilo dell'efficienza e sicurezza degli impianti, sia sotto l'aspetto
dell'incidenza degli stessi sulla salubrità ambientale.
Conseguentemente, anche a decisioni concordate ( in
contrattazione di secondo livello ) fra titolari di impresa e lavoratori nell'ambito
organizzativo e lavorativo della impresa su progetti volti al mantenimento e
miglioramento della produttività e quindi al miglioramento delle
condizioni economiche di tutti gli operatori dell’impresa stessa;
ove la situazione contingente dovesse richiederlo, accordi per
cercare di risolvere il problema anche attraverso il ricorso a forme di
aggregazione con altre realtà di impresa, con l’impegno, sottoscritto dalle
parti per il mantenimento dei livelli occupazionali, pure attraverso
la mobilità del personale.
E inoltre , il “ Movimento popolare “
avanza le seguenti proposte di legge, che stabiliscano
:
- 1) LA INELEGGIBILITA'
E INCOMPATIBILITA' CON L'UFFICIO DI DEPUTATO O DI
SENATORE E CHE NON POSSANO RICOPRIRE POSTI
DI RESPONSABILITA' E INCARICHI PUBBLICI
TUTTI COLORO NEI CUI CONFRONTI SIA
STATO PROVATO DI AVERE ABUSATO DELLA
LORO POSIZIONE ISTITUZIONALE AGENDO IN DANNO
DEL PUBBLICO INTERESSE E DEL BENE
COMUNE O COMPIENDO ATTI IN VIOLAZIONE DELLA
LEGGE PENALE ;
- 2) UNA CHIARA "LEGGE ELETTORALE " CHE CI CONSENTA DI SCEGLIERE DIRETTAMENTE NOI LE PERSONE CHE SI CANDIDANO ALLE ELEZIONI , SULLA BASE DI UNA VALUTAZIONE DEI RISPETTIVI " CURRICULA " PERSONALI E DEL PROGRAMMA POLITICO PROPOSTO ;
- 3) L'ATTRIBUZIONE DI " PERSONALITA' GIURIDICA " NEI CONFRONTI DI PARTITI POLITICI E DI SINDACATI , CON CONSEGUENTE OBBLIGO DA PARTE DEGLI STESSI DI RENDERE PUBBLICI I RISPETTIVI BILANCI IN MATERIA DI CONTABILITA' FINANZIARIA E CONDIZIONE ECONOMICA ;
- 4) LA RIDUZIONE NELLA
MISURA DEL 50 % DEL NUMERO DEI
PARLAMENTARI NEL SENATO DELLA REPUBBLICA E
NELLA CAMERA DEI DEPUTATI, E L'ATTRIBUZIONE
DI UN TETTO MASSIMO DI SEIMILA EURO
MENSILI ( LORDE ) PRO- CAPITE A SENATORI E DEPUTATI ,
CON DIRITTO A VITALIZIO ( A BASE
CONTRIBUTIVA E NON REVERSIBILE ) DOPO IL 70° ANNO DI
ETA' E SOLO ALLA CONDIZIONE CHE LA PERSONA
PARLAMENTARE ABBIA SVOLTO PER ALMENO DUE LEGISLATURE
CONSECUTIVE IL PROPRIO MANDATO ;
-5) L'ABOLIZIONE DI OGNI TIPO DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI E INVECE VENGA ISTITUITA UNA INDENNITA' SOCIALE MINIMA GARANTITA ( DI ALMENO MILLE EURO AL MESE ) NEI CONFRONTI DI TUTTI COLORO CHE SI TROVANO IN UNA CONDIZIONE DI DISOCCUPAZIONE O NON OCCUPAZIONE , SOTTOPONENDO L'EROGAZIONE DI DETTA INDENNITA' ALLA CONDIZIONE CHE LA PERSONA INOCCUPATA O DISOCCUPATA NON RIFIUTI LA PROPOSTA DI LAVORO OFFERTA ALLA STESSA E VENGA PREVISTA UNA PENSIONE SOCIALE DI MILLE EURO MENSILI ALLE PERSONE ULTRASESSANTACINQUENNI, SPROVVISTE DI REDDITO ;
-6) CHE I SERVIZI
RIGUARDANTI LA SALUTE , L' ISTRUZIONE , LA
GIUSTIZIA , LA DIFESA E LA DISTRIBUZIONE
DELL'ACQUA , COSTITUENDO ESSI SERVIZI DI
INTERESSE GENERALE , DEBBANO ESSERE GESTITI
DA ENTI PUBBLICI E DA ISTITUZIONI
DELLO STATO.
-7) IN ORDINE ALL'
APPLICAZIONE DELL'ART. 53 DELLA COSTITUZIONE
REPUBBLICANA , TUTTI SIANO TENUTI A
CONCORRERE ALLE SPESE PUBBLICHE IN RAGIONE
DELLA LORO CAPACITA' CONTRIBUTIVA E SIANO
SOTTOPOSTI AL SISTEMA TRIBUTARIO SECONDO
PUNTUALI CRITERI DI PROGRESSIVITA' E
EQUITA' FISCALE ANCHE TUTTE LE RENDITE
E TRANSAZIONI FINANZIARIE E PATRIMONIALI ;
-8 ) UN
FORTE RECUPERO DI RISORSE ECONOMICHE , DA
DESTINARE AL FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI SOCIALI FONDAMENTALI,
ATTRAVERSO UN’INCISIVA E COSTANTE LOTTA
ALL’EVASIONE FISCALE, ALLA CORRUZIONE E ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA,
ATTUATA CON UNA PIU’ EFFICACE AZIONE
REPRESSIVA DA PARTE DEGLI ORGANI ED APPARATI
ISTITUZIONALI A CIO’ PREPOSTI , CHE SIANO
ADEGUATAMENTE ORGANIZZATI E DOTATI DELLE
NECESSARIE STRUTTURE E FORZE PROFESSIONALI.
- 9 ) LA MODIFICA DELL'ART. 75 DELLA COSTITUZIONE NEL SENSO CHE VENGA AGGIUNTO ANCHE IL CASO CHE POSSA ESSERE INDETTO UN REFERENDUM POPOLARE PER PROPORRE UNA LEGGE .
-10 ) ABOLIZIONE
DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI GIORNALI , COME
DEI PARTITI POLITICI , PONENDO UN CONGRUO TETTO
MASSIMO RIGUARDO AI RIMBORSI PER SPESE ELETTORALI ,
DA DOCUMENTARE E RENDERE PUBBLICI ;
-11 ) RIPRISTINO
DELLA PIENA ED AUTONOMA FUNZIONE PUBBLICA
DELLA BANCA D'ITALIA , NEL RUOLO DI CONTROLLO
E VIGILANZA NEI CONFRONTI DEL SISTEMA
BANCARIO NAZIONALE E SULLE O.P.A.
-12 ) EMANAZIONE
DI SEVERE NORME PENALI ANTIRICICLAGGIO DI
DENARO E RIPRISTINO DEL REATO DI
FALSO IN BILANCIO, PENE PIU’ SEVERE CONTRO LA CORRUZIONE, LA CONCUSSIONE E LA EVASIONE FISCALE, ATTRAVERSO PROCEDURE PIU’
EFFICACI ED IMMEDIATE , VOLTE A
COLPIRE DIRETTAMENTE ( CON SEQUESTRO , CONFISCA E VENDITA ) I PATRIMONI
ACQUISITI IN MODO
ILLECITO.
=============================
PROPOSTE ECONOMICO - FINANZIARIE
DAL
“ MOVIMENTO POPOLARE DEL LAVORO E
DELLA COOPERAZIONE “
IN
MOMENTI IN CUI LE CONDIZIONI ECONOMICHE
DEL PAESE SI TROVANO IN GRAVE CRISI
PER L’ELEVATO DEBITO PUBBLICO , CON L’AGGRAVANTE
DI UNA SITUAZIONE DI STAGNAZIONE DELLE
ATTIVITA’ PRODUTTIVE ( PIL ) E QUINDI DI
UNA RECESSIONE DI NATURA ECONOMICA E
SOCIALE ( DISOCCUPAZIONE, POVERTA’, FORTE CALO
DEI CONSUMI ), CAUSATE DA DIVERSI FATTORI , QUALI
:
-1) UNA CRISI
ECONOMICA A LIVELLO GLOBALE
DOVUTA AL SOPRAVVALERE DI UN SISTEMA
BASATO SULLE SPECULAZIONI FINANZIARIE , AUMENTI DEL VALORE DELLE AZIONI . RISPETTO
A QUELLO BASATO SUL RAPPORTO NATURALE
FRA IL LAVORO ( RISORSE UMANE E AMBIENTALI
) E LA PRODUZIONE DI RICCHEZZA E
SVILUPPO SOCIALE.
-2)
UNA TROPPO ELEVATA IMPOSIZIONE FISCALE SUI
REDDITI DA LAVORO ( PERSONE FISICHE E
IMPRESE ) ED UNA PALESE INIQUITA’ PER
UN TRATTAMENTO IMPOSITIVO CHE PRIVILEGIA
LE RENDITE DI CAPITALE E LE
TRANSAZIONI FINANZIARIE;
-3)
SPERPERO DELLE RISORSE ECONOMICO-FINANZIARIE A
CAUSA DI UNA CATTIVA GESTIONE
DELLA SPESA PUBBLICA , DA PARTE DELLE
PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ( CENTRALI E PERIFERICHE) E
DELL’APPARATO POLITICO, (
INVESTIMENTI IMPRODUTIVI E SPECULATIVI, CLIENTELISMI,
CORRUZIONE , ETC…), INOLTRE , PER UN
INSUFFICIENTE CONTRASTO ALLA EVASIONE FISCALE
E ALLA RICCHEZZA PATRIMONIALE ACQUISITA
ATTRAVERSO ATTIVITA’ ILLECITE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA;
-4)
INTERVENTI NORMATIVI RIGUARDANTI TAGLI SULLA
SPESA PUBBLICA , EFFETTUATI IN MISURA
E CON MODALITA’ DRASTICAMENTE LINEARI, INDISCRIMINATE (
IN DANNO DEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI ) E INCIDENTI
PESANTEMENTE SULLE FASCE SOCIALI PIU’
DEBOLI;
PER TALI MOTIVI
SI
IMPONE UN RADICALE CAMBIAMENTO DELLA
GESTIONE DELLA “ COSA PUBBLICA “ , DEL
PATRIMONIO PUBBLICO E DEI SERVIZI SOCIALI
DA PARTE DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI
( PARLAMENTO, GOVERNO,,
P. A. )
E
QUINDI , IL REPERIMENTO DI RISORSE ECONOMICHE
E FINANZIARIE ATTRAVERSO LA PUNTUALE
APPLICAZIONE DELL'ART. 53 DELLA COSTITUZIONE
REPUBBLICANA , SECONDO CUI TUTTI DEVONO
ESSERE TENUTI A CONCORRERE ALLE SPESE
PUBBLICHE IN RAGIONE DELLA LORO CAPACITA'
CONTRIBUTIVA E CONSEGUENTEMENTE DEVONO ESSERE
SOTTOPOSTI AD UN SISTEMA TRIBUTARIO SECONDO
PUNTUALI CRITERI DI PROGRESSIVITA' E
EQUITA' FISCALE , NON SOLO TUTTI I REDDITI
DA LAVORO , MA ALLO STESSO MODO ANCHE
TUTTE LE RENDITE E TRANSAZIONI FINANZIARIE
E PATRIMONIALI ;
SI
IMPONE UNA SOLLECITA SVOLTA DI
INDIRIZZO IN FAVORE DI UNA CRESCITA E
SVILUPPO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE DEL PAESE,
DA REALIZZARE ATTRAVERSO UN SISTEMA CHE
RIMETTA IN MOTO IL FLUSSO DI CAPITALI
NEL CIRCUITO PRODUTTIVO NAZIONALE, SCORAGGIANDO
LA FUGA DEI CAPITALI STESSI, MA ANZI
RICHIAMANDO L’INTERESSE DEI CAPITALI (
NAZIONALI ED ESTERI) AD INVESTIMENTI A
COMPARTECIPAZIONE PUBBLICA , TUTELANDO, CON I DOVUTI INTERVENTI DELLA CORTE DEI CONTI, L'INTERESSE PUBBLICO DA EVENTUALI SPECULAZIONI PRIVATE ( OPERE INFRASTRUTTURALI ) ,
ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSI ( COME L’ACQUISTO
DI TITOLI DI STATO A SCADENZA PLURIENNALE ,
A PIU' VANTAGGIOSI TASSI DI RENDIMENTO ) E
NATURALMENTE UTILIZZANDO TALI RISORSE
IN MODO “ESCLUSIVO“ PER COMPENSARE
ADEGUATAMENTE :
- IL
MANCATO INTROITO FISCALE CHE DERIVEREBBE DA
UNA CONGRUA RIDUZIONE DELLE IMPOSTE
CHE VERREBBE OPERATA A SOSTEGNO DELLE
FAMIGLIE E DELLE ATTIVITA’ DI
IMPRESA CHE ABBIANO PROGETTI SERI ,
CREDIBILI E FAVOREVOLI ALLA OCCUPAZIONE ;
- LE
MAGGIORI SPESE PER IL FINANZIAMENTO E
SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ E SERVIZI PUBBLICI
RIGUARDANTI SOPRATTUTTO LA SALUTE, L’ISTRUZIONE, LA
RICERCA SCIENTIFICA.
IN
CONCLUSIONE
TALI
MISURE ED INTERVENTI , SE PRESI
TEMPESTIVAMENTE ED IN MODO OCULATO DA PARTE
DI CHI HA RESPONSABILITA’ ISTITUZIONALI
NELL'AMBITO LEGISLATIVO ED ESECUTIVO E IN
CONDIZIONI DI STABILITA' DI GOVERNO ,
CERTAMENTE SAREBBERO IDONEI A RICREARE
CONDIZIONI DI FIDUCIA NEL MERCATO SIA
ECONOMICO VERO E PROPRIO SIA IN QUELLO
FINANZIARIO DEI CAPITALI E CONSEGUENTEMENTE
A D UNA RIPRESA DELLA OCCUPAZIONE E
DEI CONSUMI DA PARTE DELLE FAMIGLIE,
CON LA PROSPETTIVA SICURA DI PROGRESSIVI
ABBASSAMENTI DEL DEBITO PUBBLICO
NAZIONALE.
Nota : UNITE I VOSTRI COMMENTI
AL PRESENTE TESTO.
==============================
INTENDIAMO RIVOLGERE
L'APPELLO ALLA ADESIONE E AL SOSTEGNO DI QUESTO MOVIMENTO POPOLARE
A TUTTI COLORO CHE RITENGONO IL PROGRAMMA IN ESSO CONTENUTO SIA VALIDO
PER REALIZZARE NUOVE CONDIZIONI DI SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO E DI
RINNOVAMENTO DEMOCRATICO NEL NOSTRO PAESE.
E
BUONA FORTUNA A
TUTTI
Rosario Margio
rosariomargio@gmail.com
un
cittadino italiano
i
l contratto per PMI forti e competitive
Diventare grandi restando piccole, reti di imprese: lo strumento giuridico del contratto di Rete in Italia, per PMI che vogliono fare rete
Reti d'impresa per superare i limiti dimensionali delle PMI
Il detto “L’unione fa la forza” non è mai stato tanto attuale per le PMI italiane: siglare un contratto di rete tra imprese offre l’opportunità (logica e fisiologica) di mantenere la propria dimensione diventando però finanziariamente più forti e concorrenziali.
Sul piano giuridico, le reti di imprese sono forme di coordinamento di natura contrattuale tra aziende, in particolare PMI che vogliono aumentare la massa critica e avere maggiore forza sul mercato senza doversi fondere o passare sotto il controllo di un unico soggetto. Dal punto di vista economico, sono una libera aggregazione tra imprese con l’obiettivo di crescere in competitività e innovazione.
Il contratto di rete tra imprese è stato introdotto dal Decreto incentivi (legge n.33/2009). La legge Sviluppo 2009 n.99 ne ha poi esteso l’ambito di applicazione a tutte le organizzazioni imprenditoriali (non più solo SpA) ed ha attribuito alla reteautonomia patrimoniale perfetta.
Modelli di reti d’impresa
Il nuovo strumento giuridico per associarsi consente perciò di andare oltre i vecchi modelli (contratto di società o di consorzio, ATI, RTI, joint venture, contratto di franchising).
1. Rete verticale: aggrega aziende che condividono interessi legati a tutta la filiera produttiva, con obiettivi di consolidamento e responsabilizzazione.
2. Rete orizzontale: raggruppa piccole aziende“au pair” che si uniscono in rete per superare l’ostacolo della scarsa visibilità e del basso potere di negoziazione o per offrire ai clienti un’offerta più strutturata fruibile mediante tutte le aderenti.
Vantaggi fiscali
Le aziende in rete non vantano solo un miglior posizionamento strategico in termini di mercato, accesso al credito, brevetti, investimenti esteri e certificazioni di qualità.
Le aziende aderenti alle reti di imprese beneficiano anche di uno speciale disciplina fiscale agevolata: un regime di sospensione di imposta di cui possono fruire – previa richiesta telematica – gli utili d’esercizio accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione di investimenti previsti dal contratto asseverato. In pratica, hanno diritto ad un differimento dell’imposta, che comunque non opera ai fini IRAP.
Il Dl 78/2010 (articolo 42, comma 2-quater) ha definito i requisiti per le agevolazioni. La normativa fiscale per le reti di imprese è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Numeri
Al fine 2011 le reti d’impresa in Italia erano 305, di cui ben 200 siglate da Marzo 2010 a Novembre 2011 per un numero totale di imprese coinvolte di poco inferiore alle 1500 unità. Secondo Unioncamere, oggi sono circa 2mila le PMI coinvolte in progetti di rete d’impresa.
Un fenomeno in rapida crescita, dunque, rappresentato in gran parte da micro e piccole imprese (79%), con un’elevata differenziazione produttiva (47%) e con finalità di innovazione, promozione e distribuzione, oltre che di maggiore efficienza produttiva.
La costituzione di R.E.T.E Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) sintetizza il cambiamento di rotta intrapreso in questa direzione, scegliendo di muoversi assieme per favorire la promozione e il consolidamento delle PMI come componenti fondamentali del sistema economico e il riconoscimento del loro ruolo presso tutti i livelli di interlocuzione.
Dunque, la concorrenza sfrenata non è l’unico modo per emergere, il tabù è stato rotto e oggi sopravvive chi è meno piccolo, chi ha capito che si può fare impresa in modo diverso.
Le reti sono uno strumento importante per come sono strutturate: non chiedono di rinunciare al protagonismo imprenditoriale come nelle fusioni né di lasciare la guida a manager esterni. L’aggregazione e la crescita dimensionale favoriscono piuttosto l’apertura mentale del piccolo imprenditore spesso condizionato, per citare Giuseppe Tripoli, da una “visione isolazionista”.
Fondi europei alle imprese: Italia prima
RispondiEliminaItalia prima in classifica per numero di Fondi UE percepiti, ma non a livello di entità dei finanziamenti: i dati della Camera di Commercio e la classifica in Europa.
Francesca Vinciarelli - 30 ottobre 2012
•
•
UE l'Italia nel 2011 ha ricevuto 516mila euro di finanziamenti
L’Italia è la prima fruitrice dei Fondi concessi dall’Unione Europea agli Stati Membri: considerando solo i finanziamenti al di sopra di 10mila euro nel 2011, sono stati 7 mila gli Enti italiani e le aziende che ne hanno beneficiato, contro i 5200 della Francia, 4800 della Germania e i 4600 dei Regno Unito.
A stilare la classifica dell’utilizzo dei Fondi europei è stata laCamera di Commercio italobelga, smentendo la credenza comune che l’Italia non sfrutti a dovere appalti e bandi aperti a livello europeo.
=> Leggi tutti i finanziamenti UE
Il 70% delle organizzazioni italiane che si sono aggiudicate i Fondi UE sono del Nord, il 22,6% del Centro e 265 del Sud, con la provincia di Milano che la fa da padrone «percependo direttamente un fondo europeo su cinque versati», si legge nel Rapporto.
Dalla lista degli Enti italiani i ricercatori hanno escluso «Ministeri, Agenzie e istituti nazionali che, avendo sede principalmente a Roma, avrebbero sbilanciato i dati e la rappresentatività dello studio».
=> Consulta i Fondi UE
Anche se a livello di numeri l’Italia è la prima beneficiaria dei Fondi UE, a livello dientità dei contributi ricevuti dalla Commissione europea: nel 2011 le imprese italiane hanno ricevuto 516 mila euro, contro l’oltre un milione di euro ricevuto in media da quelle tedesche e l’1,34 milioni di euro delle spagnole.
In conclusione in Italia «partecipiamo a moltissimi progetti, e questo è un segnale incoraggiante, ma la mancanza di fiducia nelle proprie capacità, distoglie forse le aziende da obiettivi più ambiziosi», ha commentato il segretario generale della Camera di commercio, Matteo Lazzarini.
IL BILANCIO DEL BENE COMUNE
RispondiElimina“ PER IL BILANCIO DEL BENE COMUNE "
www.movimentodellavoroedellacooperazione.org
PER DIFENDERSI DALLA CRISI ECONOMICA SONO INDISPENSABILI LA SOLIDARIETA’ E LA COOPERAZIONE FRA I CITTADINI
Per contrastare e difendersi da
l’emorragia che sta dissanguando le forze di lavoro del nostro paese, a causa di prelievi sempre maggiori di tasse ed imposte, a causa di una pervicace restrizione del credito da parte delle banche,a causa di sempre più numerose delocalizzazioni o di fallimenti di imprese strozzate dal fisco, a causa di una politica economica rivolta solo a finanziare banche ,che acquistano titoli di debito pubblico, che è giunto a livelli estremamente elevati e che è continuamente sottoposto ad attacchi di tipo speculativo ( i cosiddetti derivati ) di carattere internazionale. Tutte cause che hanno già determinato un impressionante impoverimento di cittadini , che di giorno in giorno va allargandosi , per aumento del costo della vita,abbattimento del potere di acquisto di salari,stipendi e pensioni, interessando fasce sempre più numerose di disoccupazione, e creando situazioni di tensioni sociali allarmanti e purtroppo, tragedie, per chi non vede più un proprio introito presente ,nè futuro di lavoro, né una pensione che nessuno potrà ormai più garantirgli.
E’ assolutamente necessario ed urgente ripartire dalle realtà territoriali ( Comuni ) per riprendere la produzione del lavoro attraverso forme di cooperative , formate dai cittadini . A tal fine , i cittadini stessi devono decidere di destinare i propri risparmi in depositi di conti correnti creando un’apposita “banca cooperativa di credito per il bene comune” , controllata dall’Ente Comune e nei relativi bilanci (destinati esclusivamente al bene comune della cittadinanza) direttamente dai cittadini stessi, che fruiranno dei relativi dividendi.
I cittadini che sono rimasti senza lavoro a causa di fallimento dell’impresa, devono riprendere in mano ciò che rimane dell’impresa stessa , formare una cooperativa di lavoro, finanziata attraverso i prestiti erogati dalla suddetta banca cooperativa di credito, utilizzare il denaro per la ripresa dell’attività e con la condizione che i lavoratori tutti hanno diritto a partecipare agli utili ricavati dalla vendita dei prodotti , che se in maggiore quantità potranno essere anche destinati per la costruzione di opere pubbliche o servizi socialmente utili alla cittadinanza .
Questo tipo di iniziative è stato già sperimentato e con successo dai cittadini del Comune di Capannori ( Lucca) , nonché in altre città dell’Austria, della Svizzera, della Francia , della Germania, e in particolare ha consentito all’Argentina di uscire dal fallimento economico e finanziario e riprendere una economia forte e crescente.
In tal modo , utilizzando le tante risorse umane sicuramente esistenti, di intelligenza, di idee innovative, potranno essere riprese molte attività di lavoro, artigianale , agricolo , manifatturiero, di servizi e quant’altro , che potranno interessare il campo delle energie rinnovabili ( impianti fotovoltaici, eolici, riciclaggio di rifiuti ,recupero di materiale usato,ristrutturazione di edifici desueti, riqualificazione ecologica del territorio, servizi di sostegno per chi si trova in difficoltà economiche e precarie di salute, ecc…..
Inoltre, al contempo potranno essere formati centri per l ‘addestramento culturale e manuale per i giovani che vogliono imparare un mestiere, inserendoli come apprendistato nelle imprese che hanno ripreso la propria attività.
Tutto ciò che verrà ottenuto in termini di produzione di lavoro andrà a beneficio di quella determinata comunità, che così potrà mettersi nelle condizioni più idonee per affrontare le emergenze dell’attuale crisi economica globale e sganciarsi dalle catene della speculazione finanziaria, attraverso la gestione autonoma dei propri risparmi ed un miglioramento sociale della qualità della vita delle famiglie.
RispondiEliminaPRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA RIGUARDANTI IL DIRITTO AL LAVORO
ART. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
ART. 3
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
ART. 35
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
ART. 36
Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’assistenza libera e dignitosa.
La giornata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali, e non può rinunziarvi.
ART. 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariale.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce a essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.
ART. 38
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso d’infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in quest’articolo, provvedono organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
ART. 46
Ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nel modo e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende.
RIFORMA delle Pensioni: da gennaio 2013 cambiano le regole
RispondiEliminaLa riforma delle pensioni inizierà a far sentire il proprio effetto nel 2013: ecco cosa cambia su età pensionabile, adeguamento all'aspettativa di vita, calcolo della pensione
- 6 dicembre 2012
Gli effetti nel 2013 della riforma delle pensioni
La riforma delle pensioni è entrata in vigore il 1° gennaio 2012, ma i suoi effetti inizieranno a farsi sentire nei prossimi anni. Nel 2013, ad esempio, cambieranno le soglie legate airequisiti di età per uscire dal mercato del lavoro: 66 anni e tre mesi per i dipendenti pubblici e privati e per gli autonomi (62 anni e tre mesi le dipendenti di aziende private).
=> Leggi i dettagli della Riforma delle Pensioni
Riforma età pensionabile
Nel 2012, infatti, chi è andato in pensione lo ha fatto ancora con le vecchie regole, avendo maturato i requisiti nel 2011 quando era ancora in vigore il sistema previdenziale previgente che prevedeva la finestra mobile di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 per gli autonomi. Ancora fino a metà del prossimo anno, quindi, ci sarà chi andrà in pensione con le vecchie regole.
Resterà invece ben più a lungo il problema dei lavoratori esodati, almeno per 260 mila di loro rimasti fuori dalle salvaguardie (130 mila). => Leggi la class action avviata contro Fornero
Pensione e lavoro
Le misure per l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, introdotta da Sacconi e Tremonti nel 2011, avrà effetto poi anche sui limiti di età entro i quali è possibile scegliere di rimanere al lavoro, anche qualora si siano maturati i requisiti per il pensionamento: 70 anni e 3 mesi nel 2013.
Il limite verrà man mano innalzato fino ad arrivare a 75 anni e 3 mesi nel 2065, secondo le stime della Ragioneria di Stato basate sulle previsioni di allungamento della vita elaborate dall’ISTAT. Questo significa che anche raggiunto il limite per il pensionamento, l’azienda non potrà decidere di rinnovare il proprio personale fino a quando il lavoratore non deciderà di lasciare il mercato del lavoro.
In generale si prevede che in molti decidano di rimanere al lavoro, visto che la nuova riforma delle pensioni incoraggia la permanenza con un coefficiente di calcolo più alto per chi va in pensione più tardi. A regime poi ci sarà il calcolo pro-rata per tutti, dunque più contributi significherà assegno di pensione più alto.
=> Vai alla simulazione pensioni INPS ed INPDAP
Pensione donne
Dal 2018 poi si annullerà la differenza per l’uscita dal mercato del lavoro tra dipendentidonne nel privato e gli altri lavoratori: tutti in pensione a 66 anni e 7 mesi.
Pensioni di anzianità
Dal 2013 poi le pensioni di anzianità scatteranno a 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne, ma con tagli se, su questi presupposti, si uscirà dal mercato del lavoro prima del compimento del 62esimo anno di vita (-1% per ogni anno fino ai primi due anni poi del -2%).
=> Vai allo Speciale sulle Pensioni
Autorizzazione Unica Ambientale per PMI: via libero definitivo
RispondiEliminaApprovato il Regolamento attuativo della nuova Autorizzazione Unica Ambientale per PMI, che durerà 15 anni: un'unica domanda sostituisce i precedenti adempimenti, con risparmi per le imprese pari a 700 mln l'annoi
Approvato Regolamento AUA
Via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri al regolamento sull’Autorizzazione Unica Ambientale(AUA), che semplifica le pratiche amministrative a carico delle PMI: il provvedimento approvato in CdM conclude un lungo iter burocratico che ha previsto i pareri di Conferenza unificata, Consiglio di Stato e Commissioni parlamentari competenti.
Il nuovo Regolamento attua la misura di semplificazione prevista dall’articolo 23 del Dl 5/2012 (Semplifica Italia), convertito con la legge 35/2012, per gli impianti che non hanno le dimensioni per richiedere l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale, regolamentata dal Dlgs 152/2006).
=>Scopri cosa cambia per le PMI con la nuova AUA
La nuova AUA dura 15 anni (nonostante il parere contrario della commissione Ambiente della Camera, che avrebbe preferito una scadenza più breve).
Per ottenerla – al posto delle varie autorizzazioni ambientali prima necessarie – le imprese potranno presentare un’unica domanda in via telematica al SUAP (Sportello Unico per le attività produttive) competente, con risparmi complessivi sui 700 milioni di euro l’anno. Gli adempimenti che ora confluiscono nella AUA riguardano:
• scarichi,
• acque reflue,
• emissioni in atmosfera,
• impatto acustico,
• fanghi di depurazione,
• smaltimento e recupero rifiuti.
Le Regioni potranno estendere ulteriormente il numero di atti compresi nell’AUA.
Il regolamento assicura anche la certezza dei tempi: l’autorizzazione viene rilasciata entro 90 giorni, a meno che non sia necessaria la convocazione della Conferenza dei Servizi, che si pronuncia entro 120 giorni (o 150 nel caso di richiesta di ulteriore documentazione).
=> Consulta le misure per le imprese del ddl semplificazioni
Prevista infine una procedura semplificata anche per il rinnovo dell’autorizzazione, che si richiede entro sei mesi dalla scadenza: se le condizioni di esercizio sono rimaste immutate è sufficiente la presentazione di una istanza con una dichiarazione sostitutiva. Durante il tempo necessario per il rinnovo, l’esercizio dell’attività può proseguire sulla base dell’autorizzazione precedente.
MPMI e Lavoro: assunzioni 2013 nelle piccole e medie imprese
RispondiEliminaEcco le assunzioni previste per i primi del 2013 nelle PMI e nelle micro aziende: i contratti preferiti, i profili ricercati, le competenze richieste nell'indagine R.ET.E. Imprese Italia.
La crisi continua a influire sulla dinamica delle assunzioni nelle PMI mentre iniziano a farsi sentire i primi effetti della Riforma del Lavoro Fornero con un drastico calo deicontratti a progetto, mente i contratti a tempo determinato vengono sempre più usati come una sorta di periodo di prova, a cui segue l’assunzione.
=> Ecco le professioni più richieste sul mercato
Lo rileva l’indagine di R.ETE. Imprese Italia “Previsioni d’assunzione nelle micro, piccole e medie imprese per il primo trimestre 2013“, secondo cui, nell’intero panorama produttivo italiano, saranno attivati 226mila nuovi contratti entro fine marzo, di cui 134mila nelle micro e piccole imprese 34mila250 a tempo determinato(25,6% del totale),
• 24mila 890 a tempo indeterminato(18,6%),
• 24mila 170 a progetto (18,1%),
• 16mila490 collaborazioni a partita IVA (12,3%),
• 14mila370 stagionali (10,8%),
• 10mila 230 interinali (7,7%),
• 6290 di apprendistato (4,7%),
• 2870 altre forme (2,1%).
Profilo dei candidati ricercati: le PMI sono indifferenti all’età della persona da assumere e tendono a privilegiare l’esperienza, mentre fra le grandi aziende è maggiore la tendenza ad assumere giovani.
Le competenze richieste : qualifiche nelle attività commerciali e nei servizi, operai specializzati, impiegati, professioni tecniche, conduttori di impianti e addetti ai macchinari.
=>Leggi gli annunci di lavoro più recenti
Sulla base di questi dati, lo studio propone una serie di considerazioni relative ai cambiamenti nel rapporto fra aziende e forme contrattuali dopo la RiformaFornero e le altre modifiche normative del 2012.
Su base trimestrale si registra una maggior prudenza nell’utilizzo dei contratti a progetto, che crescono del 3,7% a fronte di un 81,6% dei contratti a termine, del 64,2% delle consulenze (Partite IVA) e del 41,1% dell’indeterminato.
=>Riforma Fornero: scopri i nuovi contratti
Anche su base annua la flessione è più evidente per i contratti a progetto (-18,6%) piuttosto che per quelli a tempo indeterminato (-16,5%) e a termine (-11,1%).